Fenomeni carsici in Salento: le vore di Barbarano

Chi si reca in vacanza nel Salento sicuramente resterà colpito dalla particolare morfologia del territorio, la ricca presenza della pietra come elemento caratterizzante del paesaggio, una roccia calcarea e porosa che affiora non di rado in superficie, e con la quale l’uomo si è confrontato nel corso dei millenni per domarne la presenza, ingombrante quando si trattava di strappare alla terra i terreni coltivabili ma utile quando la stessa roccia ha costituito da centinaia di secoli uno dei materiali più facilmente reperibili ed efficaci per costruire, sia che si trattasse dei muretti a secco realizzati per contenere e spianare i terreni sulle pendici delle colline, sia per costruire affascinanti edifici rurali, le pajare, i caseddhi, i trulli, oppure le immense mura megalitiche che le antiche civiltà erigevano per difendersi dai nemici intorno alle loro città.

La roccia calcarea ha anche un’altra caratteristica, quella di essere facilmente corrosa dall’azione congiunta degli elementi naturali, acqua e vento. Tale opera di erosione nel corso dei secoli ha creato incredibili anfratti e caverne, ha segnato il corso dei torrenti sotterranei che all’improvviso rispuntano in superficie a benedire con acque freschissime il lavoro dei campi e la sete dell’uomo.

Le Vore di Barbarano a pochi chilometri dalla piccola frazione di Morciano di Leuca e dal complesso chiamato Leuca Piccola sono uno di questi tipici fenomeni carsici. Degli enormi inghiottitoi, questo il nome tecnico, che si aprono sulla superficie del suolo e sprofondano per oltre 35 metri la Vora Grande e per più di 20 metri la Vora Piccola, nel sottosuolo. Da tempo immemore qui vi si calavano le popolazioni alla ricerca di preziosi materiali, ed ancora oggi le vore sono abitate da rospi e dai passeri selvatici che nidificano lungo le pareti, mentre sul fondo si trovano alcune specie di piante adattatesi a vivere nell’antro scuro ed umido del fondo della caverna.