Vivere il Carnevale a Torre Pali

Verso il traguardo di martedì grasso, a Torre Pali si susseguono gli eventi in onore del Carnevale, con le innumerevoli  trasferte dei vari Gruppi Carnevaleschi che con i carri mascherati e il seguito di maschere tipiche di questo periodo dell’anno, gli scherzi, le foto, i vestiti, i costumi e i personaggi allegri e musicali, richiameranno tanta gente ai lati delle vie.

Il Carnevale che si vive a Torre Pali è molto dedito dell’eleganza, dove non prevale mai l’esagerazione,  dove vengono gettati sugli spettatori ai lati del corteo coriandoli e stelle filanti, dove si vedranno sfilare le maschere tipiche del carnevale pugliese come Farinella, Mielina, Lu Paulinu, Lu Tidoru.

Esiste una dettagliata descrizione delle antiche usanze carnevalesche a Torre Pali, dove, alla fine dell’Ottocento e ai principi del Novecento, in molti paesi limitrofi e nelle campagne ci si adoperava nell’organizzare il proprio divertimento. Protagoniste del Carnevale di Torre Pali da sempre sono state le maschere classiche più conosciute, ma per le vie di Torre Pali non sarà difficile incontrare  la maschera de “lu Ssciacuddhruzzu” tipica del Carnevale Aradeino, che rappresenta uno spiritello piccolino, con pizzetto, con tanto di ventre e di cappello largo: si narra che la notte si metta sul petto degli uomini e delle donne prese di mira. Anche la maschera de “Lu Paolinu” che rappresenta un povero contadino vestito di stracci, sfilerà a Torre Pali: è la tipica maschera del carnevale della Grecìa Salentina, arguto, spiritoso e assiduo frequentatore di osterie, che muore e viene arso al rogo ogni anno. “Cicinella” invece è una maschera lesta e scaltra, è la figura simbolo del Carnevale di Cursi. 

“Mielina” è la maschera di Melendugno: è l’ape dedicata alla famosa produzione di miele della zona, e rappresenta la manifestazione del Carnevale che finisce. La maschera di “Farinella” tipica leccese, risale al 1953, e ricorda un jolly, con l’abito a toppe colorate e i sonagli appesi alle tre punte del cappello.

Le celebrazioni odierne a Torre Pali sicuramente non corrispondono a quelle del passato: un tempo, infatti, il Carnevale, era valvola di sfogo per le tensioni sociali, e veniva accolto con più entusiasmo da coloro che aspettavano con impazienza questo periodo dell’anno per ricoprire un ruolo che non gli apparteneva. Oggi le sfilate di Carnevale a Torre Pali sono divertimento ed allegria, in una tradizione che si ripete di anno in anno, famose per la loro storia, e il programma delle manifestazioni in  ogni cittadina è davvero molto ricco. Mostre. eventi, concerti e locali animeranno le serate e giornate di febbraio, fino al martedì grasso, rendendo gradevoli e giornate.

Arriveranno i carri della cittadina di Gallipoli, e in centinaia si affolleranno sul bordo delle strade per vedere il meraviglioso spettacolo della sfilata dei carri fatti uscire per la prima volta nel lontano 1954. Il Carnevale a Melendugno è organizzato da più di 40 anni e come consuetudine, anche quest’anno Melendugno reciterà una parte da protagonista in tutto il Salento, toccando anche Torre Pali.

 Il vicino carnevale di Putignano, il più lungo e il più antico d’Europa, che comincia già a dicembre col rito delle “Propaggini” e continua coi classici riti dell’orso, terminerà col fascino dei carri allegorici e delle maschere con eccellenti rifiniture della cartapesta realizzata con un procedimento che la “scuola putignanese”.

Sarà tradizione come ogni anno a Torre Pali, mangiare la lasagna, i fusilli, le salsicce, le chiacchiere, le frittelle, mentre tutto il paese sarà invaso da allegre brigate di persone in maschera, da numerosi carri addobbati sfarzosamente e da rustici carretti. . Sin dalle settimane precedenti l’ultimo giorno di Carnevale, grandi e piccini potranno divertirsi con laboratori manuali, sbandieratori, gruppi musicali, spettacoli d’arte e minilezioni dedicate al Carnevale, mentre le vie e le piazze si preparerano ad accogliere le grandi sfilate (che prevedono sempre ricchi premi) e ad assistere  al via vai di carri mascherati: tutte iniziative volte alla conservazione della tradizione e della cultura salentine, e alla promozione della creatività e dell’arte della Puglia intera, stimolando i giovani ad essere protagonisti della propria identità culturale.

 

Olio di Oliva nelle masserie di Torre Pali

Le masserie attorno a Torre Pali, sorgevano un tempo ai margini delle foreste ombrose a Quercus ilex , con alberi poderosi che potevano raggiungere i venti metri d’altezza e l’età di 400 anni. Il rado sottobosco era costituito da poche specie vegetali, capaci di vivere all’ombra cupa di quei giganti. Oggi sorgono nelle stesse zone, ma che sono caratterizzate da arbusti della macchia, che lasciano al leccio il dominio sul resto del territorio.  

In un entroterra così, a Torre Pali, caratterizzato dai vigneti e dagli oliveti secolari, sorgono numerose masserie; e cogliere la tipicità di questi modelli edilizi, è utile ai fini della conoscenza del territorio di Torre Pali. Alcune masserie oggi adibite al turismo sono distinte da un capace cortile e soprattutto da un corpo edile a due piani, che interessa talora una notevole parte del complesso rurale, la casa padronale, che ancor ospita la famiglia del proprietario. Nelle masserie più antiche notevoli appaiono i motivi architettonici secenteschi e settecenteschi. Altre masserie appaiono più raccolte e contenute, spesso senza pretese estetizzanti, con muratura viva senza colori vivaci.

Nelle varie masserie attorno a Torre Pali, sono state profondamente modificate le diverse funzioni dei  locali, con l’eliminazione delle stalle che hanno fatto posto al palmento, alla cantina, al trappeto. Altre appaiono ancora vincolate alla cerealicoltura e all’allevamento bovino. Sicuramente tutte sono circondate da sconfinati oliveti.

Molte masserie di Torre Pali aprono le porte ai turisti fin dai mesi di gennaio e febbraio, dove il clima relativamente asciutto della zona, e l’elegante tecnica della potatura degli olivi, permetteranno un spoggiorno davvero rilassante e piacevole a contatto con la natura. Son tante le masserie che a Torre Pali han raggiunto il traguardo del secolo di attività che è motivo di orgoglio per qualsiasi azienda, conservando inalterata l’originale matrice di azienda a conduzione familiare, con la famiglia spesso tuttora coinvolta in prima persona sia nei ruoli di vertice sia nelle attività di selezione e commercializzazione delle conserve, dei vini e soprattutto dell’olio d’oliva.  

Si tratta di aziende agricole depositarie di tradizioni e valori identitari forti, ma anche dinamiche, attente alle innovazioni di processo e di prodotto, alle innovazioni riguardanti l’opsitalità e  persino allo sviluppo delcanale di vendita di prodotti e servizi via internet. In massima evidenza in ognuna delle masserie di Torre Pali, si nota siamil rispetto per i turisti sia il legame profondo con il territorio, i suoi prodotti e tradizioni alimentari: un attaccamento mai venuto meno.

Gli oliveti sconfinati che si estendono lungo numerosi ettari attorno alle masserie, forniscono olio extra vergine di oliva D.O.P. del Salento: una goccia rispetto alla domanda di prodotto, ma è una goccia che ha fragranze e sapori unici al mondo. Per questo è così importante tenere in vita gli oliveti secolari, difendere questo patrimonio  ed evitare quella inconsueta forma di emigrazione degli olivi, alimentata dal desiderio di alcune persone facoltose di abbellire la propria villa soprattutto al Nord.

La Puglia vanta circa 60 milioni di ulivi il cui prodotto viene lavorato da 254mila aziende, ma nelle masserie di Torre Pali c’è qualcosa in più: la competenza olearia è qualcosa che fa parte di queste masserie, è eredità ed educazioneal gusto, è la molla che porta sempre più numerosi turisti a vivere le proprie vacanze in masserie, e nel contempo il produttore ad assaggiare le partite d’olio, a scegliere personalmente solo ciò che giudicano migliore: è questo il valore aggiunto di cui i clienti delle masserie potranno godere.

Natale tra Chiese e Presepi a Torre Vado

Musica, arte e rievocazione caratterizzano il periodo natalizio nel Salento, periodo da trascorrere nella semplicità che caratterizza le centinaia di paesini di questa zona della Puglia. Tantissimi singolari quanto caratteristici presepi vengono allestiti nelle piazze e nelle chiese, che aprono la scena a una Natività del tutto suggestiva, creata spesso dalle dimensioni delle figure e dalla prospettiva che invita a curiosare lungo gli scorci illuminati.

Essenziale e coerente con il contesto in cui è inserito, il presepe offre sempre l’opportunità di concedersi un momento di calma e riflessione, apprezzando la capacità artistica che unisce l’idea alla manualità, sottolineando il significato della Notte Santa e la contemplazione che da secoli incanta e affascina ogni età

Anche a Torre Vado le vacanze natilizie rappresentano un’occasione per trascorrere qualche giornata in compagnia della famiglia o degli amici, in giro fra sapori, colori e odori del Salento. A partire da Torre Vado stessa, e in tutta la zona, una serie di idee interessanti sono state organizzate dai vari comuni, e un giro per i presepi più suggestivi rappresenta un’ottima idea. Senz’altro si tratta di una bella iniziativa per quanti amino questa antica arte che si potrà ammirare a  Vignacastrisi nel magnifico Presepe Vivente, a Botrugno con il singolare presepe elettromeccanico, a Crispiano con una rassegna dei  Presepi famosi, a Specchia con un suggestivo Presepe per le Vie del Borgo.

Per esempio quando comincia anche una ricerca frenetica di fantasia su come poter costruire un proprio presepe, abbellirlo, scoprire nuove tecnologie, molte idee si potranno trovare a Soleto (LE), cittadina salentina che presenta un magnifico presepe: il Presepe di Cartapesta di Santa Maria delle Grazie. Questo presepe ha una lunga storia legata alla ricca tradizione dell’arte e dell’artigianato locali, quando scultori famosi si cimentarono nella creazione di statuine di cartapesta, diffondendo l’arte del presepe nel Salento. L’arte presepiale in Salento anche se ha molte caratteristiche in comune con l’arte presepiale di altre zone del sud, per quanto riguarda la costruzione e la tecnica, si differenzia per caratteri originali come la cartapesta, che rendono questo presepe davvero unico.

A Salice Salentino (LE) si potrà ammirare nel Natale 2013 la XVIII Edizione del Grande Presepe Artistico di Salice Salentino dove degli esperti metteranno a disposizione di tutti le tecniche, i suggerimenti, i consigli e quanto è in loro conoscenza al fine di tramandare questa antica arte e passione. I materiali usati per la realizzazione delle case o delle strutture in genere, in questo particolare presepe, sono decisamente diversi ed occasionali: si è fatto spesso affidamento al legno, robusto e di sicuro effetto, ma anche plastica, vetro, e perchè no, anche materiale in disuso e da riciclo.

Anche Casarano presenta il suo presepe: il Presepe in Vetrina. Si tratta di un presepe artigianale realizzato interamente a mano seguendo una particolare tecnica che tende a ricreare l’effetto delle vecchie costruzioni. Il presepe di Casarano, pur seguendo un modello simile magari a tanti altri, se ne differenzia in quando la realizzazione è stata eseguita esclusivamente a mano.   Martano (LE) potrà essere visitata per il suo Presepe Artistico, dove ogni singola costruzione è dotata di luci interne colorate che si accendono con l’alternarsi del giorno e della notte. Particolarmente curati gli interni delle case attraverso la realizzazione di letti, lampade da tavolo, quadri, ricami, orli, lenzuola, insomma un arredamento vero e proprio. La luce dall’interno vivacizzerà e renderà visibili gli arredi delle case e delle chiese, dei castelli o delle botteghe.

La tradizione vuole il presepe in ogni parrocchia e in ogni basilica, e a Torre Pali si è cercato di dare un impulso nuovo alla presenza di Gesù in mezzo ai fedeli: lasciare le chiese aperte. Tra le vie strette e tortuose, un intrico di stradine abbellite con le luminarie natalizie, le Chiese si apriranno ai fedeli, perchè il cammino di educazione all’Eucaristia non deve terminare con  le feste.

Il  nucleo più antico di Castrignano del Capo, sembra esso stesso un  piccolo presepe, tra le chiese paerte. Anche nella vicina Gallipoli si insinua la stessa iniziativa, e così la Cattedrale S. Agata, S. Francesco d’Assisi, SS. Maria del Canneto, SS. Crocifisso, S. Maria degli Angeli, S. Maria del Monte Carmelo e SS. Medici rimarranno aperte dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 18,30.

Il Natale non dovrebbe essere solo memoria di eventi passati richiamati da sacre rappresentazioni come il presepio, ma piuttosto l’incontro con Gesù vivo. Avvento e Natale sono il “tempo forte” della Chiesa che rende evidente l’esigenza di un cammino congiunto tra catechesi, liturgia e carità che impegni non soltanto la comunità parrocchiale ma anche le famiglie, ecco perchè il lasciare aperte le chiese più importanti della cittadina, oggi assume un significato estremamente rilevante. E così a Torre Pali, tra una facciata in carparo locale o in tufo, il barocco leccese. le suggestive navate delgi interni, le tele dipinte, gli stucchi antichi perfettamente adatti al periodo natalizio, tutte le famiglie, non solo i fanciulli e i ragazzi, si preparano al Natale: non solo come fruitori di un messaggio, ma anche come trasmettitori e testimoni di esso insieme a tutta la comunità parrocchiale.

Entroterra salentino, i Dolmen di Giudignano

Anche quest’anno  il mese di Ottobre  propone mille opportunità a chi sceglierà il Salento per riposarsi, rigenerarsi o praticare attività fisica. E se c’è un posto che permette di dare a questo periodo di ricarica e di relax un taglio costruito su misura, questo è il Salento. Ai gioielli naturalistici, quali campagne con vigneti, oliveti infiniti e secolari, piccolissimi corsi d’acqua, boschi e prati, che hanno permesso a questa fetta di territorio pugliese di diventare famosa in tutto il mondo, si affianca una proposta di vacanza singolare, alla scoperta dei Dolmen di Giudignano. Il dolmen è il piú antico monumento megalitico presente in Salento, il nucleo centrale di un’arte preistorica.

I dolmen sono sostanzialmente costruzioni megalitiche con un’entrata e una cella fatta di grandi blocchi di pietra. Vennero probabilmente costruiti in periodi di benessere economico dove esiteva una complessa e organizzata società gerarchica. I dolmen ancora integri presso Giurdignano sono ben sette, ma di molti altri si ha notizia, sebbene i loro resti non siano più localizzabili. Il fine dei dolmen non è stato completamente chiarito, anche se vengono generalmente considerati posti di venerazione. Molti dolmen, a detta degli stessi contadini che ancora qui abitano, vennero atterrati quando cominciò a farsi il dissodamento di quei terreni sino ad allora macchiosi e abbandonati. Comunque un esempio ancora ben tenuto è il dolmen Orfine con probabile funzione di “altare”, posto sulla strada che conduce a Minervino. Si presenta con una piccola lastra  solitario e maestoso tra il verde dei mandorli e l’ombra degli ulivi.

Le prime opportunità alle quali si pensa per visitare i dolmen, sono quelle legate alla natura. In Salento ci si immagina anche ad Ottobre sdraiati su un prato, a passeggio nei boschi, con lo zaino su un sentiero tra olivi antichissimi, e proprio a favore dei turisti che cercano questo contatto diretto con la natura Salentina sono stati creati dei percorsi fra i panorami più belli del mondo. Uno di questi conduce al dolmen Peschio, che appare con un enorme lastrone anche se le pietre di sostegno sono quasi tutte crollate. Il lastrone è inciso con scanalatura e foro.

I cicloamatori possono contare sulla rete di piste ciclabili, che ogni anno si arricchisce di nuovi segmenti in Salento. Sono svariati i chilometri dedicati agli amanti delle ruote, che hanno a disposizione tracciati fra di loro molto diversi, adatti alle esigenze di grandi e piccini. Punto di approdo sicuro per le famiglie e gli amanti della natura e del’archeologia sono il Dolmen Gravasce e il Dolmen Stabile. In direzione di Minervino infatti, percorrendo la strada in bicicletta, si trova il dolmen Gravasce con suggestive incisioni sul bordo.  In poche pedalate a Giurdignano, si può fare un percorso a ritroso verso un periodo ancestrale della storia dell’umanità, seguendo tracce ora lievi ora maestose, un vero e proprio percorso in grado di affascinare chiunque: in direzione di Giuggianello vi è uno dei dolme più belli, il dolmen Stabile, un’imponente pietra orizzontale sostenuta da altre tre e da numerose piccole pietre; il lastrone mostra, sulla superficie, un bordo inciso e due segni che convergono a formare una V. Nelle vicinanze si possono vedere delle pozzelle con canaletti di scolo. Qui il fascino ammalierà i visitatori, perchè sicuramente il dolmen Stabile era una sorta di altare, circondato da un’enorme costruzione megalitica. I due segni incisi sulla lastra orizzontale puntano verso il punto in cui sorge il sole da Capo d’Otranto nel giorno del solstizio d’estate ed in quello del tramonto.

In questa zona, a dire il vero, tutta l’area è disseminata di enormi lastroni in pietra che presentano incisioni di vario genere. Per alcuni si tratta dei resti di una sorta di Stonehenge italiana, oramai perduta. Sul fronte dell’offerta culturale, in Salento non mancheranno le manifestazioni ed i festival più importanti organizzati sul territorio, in Ottobre, ma anche le proposte dei musei e alle iniziative studiate per valorizzare il patrimonio artistico provinciale.

Il Salento mette sempre a disposizione, in qualsiasi stagione programmi ricchi di iniziative  e improntati alla promozione di una nuova mentalità eco-sostenibile, per cui la visita delle campagne alla scoperta dei Dolmen sarà ben seguita da tutti i punti di vista, anche se ci si spinge fino a Chancuse, dove il gigantesco dolmen Chiancuse si lascerà ammirare in tutto il suo splendore. Nei pressi vi è anche un enorme lastrone megalitico che copre una cisterna. Poco oltre vi sono i dolmen “gemelli” Grassi, si tratta di un esempio unico in tutta Italia, che vale la pena ammirare.

Non può mancare in Salento l’offerta enogastronomica che focalizza la propria attenzione sulle Strade del Vino e dei Sapori e sulle eccellenze produttive tipiche, un concentrato di gusto e di salubrità. E si potranno trovare numerose e ricche offerte in tal senso anche visitando i dolmen di Bisceglie, infatti sulla strada per Corato si trova la Chianca, e vicino a Cimadomo la Tavola dei Paladini; tra Bisceglie e Ruvo si trova un dolmen chiamato Albarosa e un’atro vicino ad una masseria chiamata masseria Frisari. Anche a Melendugno nella zona del leccese ci sono vari dolmen per esempio la Placa ad 1 km sulla strada per Calimera, e il Gargulante. I dolmen di tutta la Puglia, ma soprattutto di questa parte del Salento divennero conosciuti in tutta Europa, attraverso i lavori dei primi studiosi legati al romanticismo, anche se per molti anni sfuggì quasi a tutti l’imponenza e l’importanza di questo enorme patrimonio.  Ancora oggi, deve essere fatto uno studio sistematico ed approfondito di questi monumenti, ma quello che conserva Giurdignano è un vero e proprio tesoro, il “giardino megalitico d’Italia”.

 

La Festa te lu Mieru (Festa del vino)

Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento con “La festa te lu Mieru”, la festa del vino, l’evento che da vari anni caratterizza il settembre salentino e che rappresenta il culmine della stagione turistico-culturale con un programma ricco d interessanti iniziative volte a promuovere la realtà e le tipicità del  territorio, oltre ai prodotti più rappresentativi della  terra del Salento. Il vino, nella 39° edizione del 2013, sarà il protagonista indiscusso, grazie alla partecipazione delle più importanti aziende zona.  

Una tradizione collaudata, dunque, che si svolge durante la prima settimana di settembre e affonda le radici nell’estate del 1974, quando a Carpignano giunse la carovana dell’Odin Teatret che tentò di “barattare” le peculiarità del folklore danese con quelle salentine, creando qualcosa di speciale e suggestivo dalla fusione delle diverse culture.

Carpignano torna ad ospitare il consueto appuntamento con i più pregiati vini del Salento, con un programma ancora più completo e ricco di iniziative, articolato in varie fasi distinte per adeguarsi ad una platea sempre più diversificata ed esigente. La Festa te lu Mieru è dedicata proprio a tutti: quattro giorni per conoscere, gustare e rendereomaggio all’essenza più tipica del Salento,

L’edizione 2013 della Mostra è promossa dall’associazione “Festa te lu mieru”, con il patrocinio di Provincia di Lecce, ministero della Gioventù, Anci, EnergieinComune, Comuni di Carpignano Salentino, Arnesano, Martignano, Sternatia e Supersano. E’ un punto di riferimento ancora più importante per tecnici ed esperti del settore vitivinicolo: workshop, seminari e incontri a tema presso l’atrio del Palazzo Ducale Ghezzi di Carpignano, per conoscere le ultime novità legate alle tecnichedi viticoltura, raccolta e vinificazione.

Gli stands degli espositori saranno allestiti in Piazza Madonna delle Grazie:qui si svolgeranno assaggi e degustazioni di vini proposti in tutte le declinazioni possibili, in abbinamento a piatti e sapori squisitamente salentini. In viale Cavour, spazio alla degustazione di prodotti tipici della tradizione mediterranea, curati da diverse aziende salentine, in un vero e proprio tour attraverso i profumi ed i sapori tipici del Salento. Coloro che visiteranno Carpignano all’inizio di settembre, potranno assistere a spettacoli musicali e popolari nei vari paesini vicini, visitare mostre culturali e di pittura nella vicinissima Lecce, degustare i vini ed iprodotti locali nonché i piatti della tradizione preparati negli stands gastronomici di Carpignano. L’intera manifestazione è improntata a valorizzare la storia, la cultura, le tradizioni locali, l’accoglienza e l’enogastronomia della Comunità di Carpignano.

 

Processione a mare a Torre San Giovanni

A cavallo della seconda domenica di agosto si festeggia la Madonna dell’Aiuto a Torre San Giovanni. La manifestazione che durerà 3 giorni, si apre all’insegna dell’eleganza e dell’enogastronomia, dove si  potrà degustare anche un fresco bicchiere di vino accompagnato da musica jazz e raffinate rivisitazioni di brani di musica italiana. I cortei religiosi, le tradizioni, la musica e le luminarie hanno reso la festa della Madonna dell’Aiuto un evento originale e suggestivo, che richiama turisti da ogni parte d’Italia. Torre San Giovanni in questo periodo è ricca di turisti, grazie alle sue splendide spiagge, e al mare cristallino. Dal punto di vista storico Torre San Giovanni sembra possedere antichissime origini: un tempo qui sorgeva l’area portuale della città messapica di Ozan, che divenne Auxentum al tempo dei romani e cioè l’attuale Ugento. Le rovine dell’antico porto romano sono ancora visibili in prossimità di Torre San Giovanni. Già gli antichi evidentemente erano rimasti colpiti dalla bellezza del mare e dei luoghi, ed ora a distanza di migliaia di anni, Torre San Giovanni continua a richiamare migliaia di turisti che qui trovano una mare da favola.

Torre San Giovanni è una delle più importanti delle marine di Ugento ed è facile da raggiungere in quanto si trova nella provincia di Lecce. A Torre S. Giovanni, si svolge una delle feste più attese dell’intera estate salentina. Partendo dal porticciolo in barca la statua della Madonna percorre tutta la costa di appartenenza, in una suggestiva processione in mare, e lungo il tragitto fedeli assistono dalla spiaggia e dalla scogliera il passaggio della Madonna con applausi e canti. Al rientro accompagnata dal Concerto Bandistico Città di Taviano, la processione a terra giungerà fino in piazza con Santa Messa, e poi il ritorno alla Chiesa della Madonna dell’Aiuto in Via Ercole Libico a Torre San Giovanni.

Il Sacro con dimostrazioni di fede e processioni religiose, è estremamente rappresentato a Torre San Giovanni, in occasione di questa festa. Le apparizioni di N.S. dell’Aiuto risalgono al 1611: la prima al 5 giugno, le altre al 13 e 23 giugno e al 4 luglio successivo. In tale risveglio di fede che esse suscitarono gli abitanti di Torre San Giovanni decisero di dedicarle una Chiesa, costruita già nel 1500,anche se la costruzione annessa rislae al 1800.

La festa si condisce anche di profano, con spettacoli di musica leggera, concerti bandistici, gare di fuochi d‟artificio. Le luminarie allestite da artigiani locali e da imprese di altre città italiane consentiranno di realizzare gallerie, fontane, archi e opere d‟arte, sia motivi naturalistico-floreali, e  trasformeranno il centro urbano ed il borgo antico in un luogo incantato. Grazie all‟applicazione delle moderne tecnologie e all‟esperienza maturata dalle aziende locali impegnate nelsettore risultano tra le più famose a livello regionale in merito all‟elevato livello qualitativo e valenza artistica. Uno spettacolo eccellente fatto di musica, animazione, prestidigitazione e poesia, allieterà le varie serate della festa.Una cornice circense ed onirica, tra lucine e mercanzia arrivata da ogni dove. La tradizione musicale salentina, contaminata da ritmi balcanici, da mariachi messicani, ma sempre contraddistinta da tarante, pizziche e rivisitazioni cantautorali, si annoda al colore e alle peripezie passionali di un’orchestra d’avanspettacolo che non ha eguali nel mondo, e si esibirà durante le serate della festa.

Alle 23,30, presso il molo peschereccio, avrà luogo il grandioso spettacolo pirotecnico davanti agli occhi della folla entusiasta ed attenta, e colta dallo stupore:  fasci di fiori luminosi, fantastici ombrelli, ventagli immensi, serpentelli, scenderanno a pioggia. L’uomo è stato sempre affascinato dai giochi di luce nel cielo, se a questi si sommavano il mistero e i rumori egli rimaneva ancora di più esterrefatto. L’uomo ha associato questi strani fenomeni fisici e ottici dell’atmosfera al sacro, al divino, e la festa della Madonna dell’Aiuto  non può dunque concludersi diversamente.

Durante la tre giorni, nella zona del Porto, avrà luogo la tradizionale Fiera Mercato. La fiera nel corso degli anni è mutata: ora, oltre alle famose serate danzanti e ai rinomati stand gastronomici, e agli hobbisti saranno presenti oltre un centinaio bancarelle di merci varie. Numerosi anche gli stand della gastronomia salentina, con la finalità di riscoprire quei prodotti tipici delle zone pugliesi, spesso anche dimenticati. Vengono presentati prodotti agricoli, olio extravergine d’oliva, ortaggi, erbe varie locali che si ritroveranno negli ottimi piatti della cucina tipica.

Un week end a Torre Vado: la sagra del mare

La salute e il piacere in Salento, passano volentieri per la tavola: dalle triglie di Porto Cesareo, alle aragoste di Leuca, passando per i prodotti Dop tipici di queste terre: un rito che si sposa con una sana attività fisica, un rilassante week end con tutta la famiglia o il coccolarsi nei percorsi benessere.

Torre Vado, nel comune di Morciano di Leuca, è la splendida marina che ogni anno vede megliaia di turisti avvicendarsi nel corso dell’intera stagione estiva. L’incantevole lungomare parte dalla torre saracena e prosegue per circa 1 chilometro verso l’arenile sabbioso di Pescoluse. Sul lungomare si possono trovare edicole, pub, bar, negozi alimentari, farmacie,  gelaterie, e quant’altro. Numerosi hotel e B&B, permetteranno ai visitatori di godere dell’accoglienza del popolo salentino, sia immersi in rigogliosi giardini, sia con vista sull’azzurro mare, sia in posizione centralissima, sia a due passi dai più bei negozi e locali della cittadina. Un’offerta molto semplice può prevedere due giorni indimenticabili a Torre Vado, nel mese di agosto, quando la Sagra del Mare sarà la protagonista della cittadina salentina. Il 12 agosto infatti ci si potrà abbandonare al gusto della tradizione ed al fascino della storia a Torre Vado, in occasione della Sagra del Mare, che siterrà nei pressi dello splendido porticciolo turistico, frequentato da imbarcazioni di diversa grandezza. E’ qui che è presente anche un molo grande destinato all’ormeggio delle paranze dei pescatori,  i protagonisti principali di queta sagra.

La Sagra del Mare, è infatti un omaggio al mare e alle sue tradizioni, un appuntamento che coniuga turismo, cultura e spettacolo.  Qui, anche se i pescatori trovassero un angolo di paradiso dove fosse facile trovare ricci, granchi, gamberoni o altro, i veri e bravi pescatori, con tutto il rispetto per la natura, prendono solo quello che serve per la giornata e possibilmente non tutto dalla stessa zona.

Degustare gli ottimi menu a base di pesce, esposti nei vari stand allestiti per l’occasione il 12 Agosto,  e curati con professionalità, sarà una scoperta delle tradizioni salentine legate agli autentici sapori della cucina tradizionale. I piatti regionali a base di pesce preparati per soddisfare i desideri culinari anche dei turisti più esigenti, verranno accompagnati da ottimi vini locali. Rinomato produttore di rosati, freschi e profumati, di rossi robusti di color rubino, il Salento offre la Malvasia nera, il Primitivo, il Negroamaro. Grossi produttori di vini a denominazione controllata sono i centri di Alezio, Copertino, Leverano, Matino, Squinzano e Salice Salentino. Lo scenario suggestivo del porto, le prelibatezze della gastronomia salentina, il tutto accompagnato da buon vini, musica e pizzica: questi gli ingredienti della rinomata Sagra del Mare di Torre Vado.

La Sagra del Mare propone al pubblico un vasto cartellone di iniziative: musica, artigianato, spettacoli e tanto spazio alla gastronomia, con prelibatezze a base di pesce cucinato secondo le tradizionali ricette locali, per chi sceglierà di farsi coccolare dalla cucina tipica del mare. La Sagra offre pepate di cozze, pizzette d’alghe, anguria, frittura mista di pesce condita con olio extravergnie d’oliva del Salento, ma sicuramente il “piatto forte” è quello cucinato direttamente nei vari stand: insomma una preparazione “live” che richiede un grosso sforzo organizzativo, ampiamente ripagato, poi, dalla prelibatezza delle pietanze offerte al pubblico.

Torre Vado, terra di mare offre specialità a base di pesce fresco pescato nelle acque incontaminate della marina, come i ricci preparati in varie maniere , a partire dalla pasta ai ricci di mare, per finire con l’insalata di ricci di mare e asparagi selvatici. Vari formaggi, e pane profumato casareccio, accompagnano bene questi piatti tipici della cucina salentina: come le pucce, le frise, i pizzi, la verdura.  La verdura infatti in molti luoghi viene relegata come contorno, qui inveve è una pietanza apprezzata associata molto spesso a  piatti di pesce molto gustosi e saporiti. Un esempio classico, è la purea di fave insieme ai troccoli Di pasta fresca Con Vongole Veraci,la parmigiana di melanzane o la minestra “ciceri e tria” accompagnata da bocconcini di pesce spada.

In un week end a Torre Vado, si potrà così godere della meraviglia delle vedute mozzafiato, riposare immersi nell’atmosfera suggestiva e fuori dal tempo, e gustare specialità di mare senza pari.

 

 

Gli stand della sagra delle 10P a Barbarano

Perchè scegliere Barbarano del Capo in luglio, come meta della propria vacanza? Questa cittadina, che deve il suo nome ai ‘barbari’, i quali  distrussero un altro villaggio (probabilmente Vereto) per la sua fondazione, è famosa per la splendida Torre Cinquecentesca che si erge maestosa nel centro storico, e spettacolare è anche la Chiesa Madre dedicata a San Lorenzo. Maestosi anche gli antichi affreschi della Cappella di Santa Maria di Leuca del Belvedere, risalente al XVII secolo, edificata come punto di sosta per i numerosi fedeli che si recavano in pellegrinaggio alla Chiesa di Santa Maria di Leuca.

Da secoli la città di Barbarano è considerata anche luogo di benessere e bellezza grazie alla vicinanza con le terme di Santa Cesarea, uno straordinario dono delle acque che sgorgano in prestigiosi stabilimenti termaliimmersi in meravigliosi parchi. Le proprietà delle acquesono diverse e sono indicate per problemi di stitichezzacronica, di disturbi al flusso biliare del fegato e dell’intestino, di colesterolo, di ripristino dei sali minerali.

Ma il motivo principale per cui i turisti accorrono a Barbarano, oltre che per ammirare le ‘vore’, degli enormi buchi nel terreno di 30 e 32 metri, dovuti a fenomeni carsici, è l’enogastronomia. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio nazionale del settore, il numero di vacanze effettuate dagli italiani in Salento per motivazioni enogastronomiche, è cresciuto notevolmente negli ultimi anni.

Molto antiche sono le radici dell’enogastronomia a Barbarano e legate alla devozione verso la Madonna di Leuca ed il Santuario della Beata Vergine Miracolosa (de finibus terrae). Raggiungere la meta in passato, tuttavia, non era facile, perché il  percorso, ancorato alla suggestiva “strada dei pellegrini”, si snodava su piccoli sentieri nell’entroterra salentino, caratterizzati da numerose testimonianze di culto e luoghi di sosta destinati al ristoro dei fedeli. Il complesso Leuca Piccola era uno di tali punti di sosta, molto articolato e complesso perchè comprendeva la Chiesa per la preghiera, la locanda per il ristoro, i sotterranei con le nicchie per il riposo, i pozzi per l’approvvigionamento idrico, le scuderie e le mangiatoie per i cavalli e gli asini. Diverse incisioni (alcune ormai scomparse, ma conservate  nella memoria dei residenti), ancora oggi, testimoniano l’antica saggezza dei Barbaranesi. Tra le più note, quella  delle 10 P (Parole Poco Pensate Portano Pena Perciò Prima Pensare Poi Parlare); ed è questa che dà origine alla famosa sagra.

In Luglio infatti si ripete come ogni anno l’atteso appuntamento con la gastronomia tipica salentina, con la “Sagra delle 10 P”: in particolare il 26 Luglio 2013 si terrà la settima edizione della sagra, qui, nella vallata fra Serra Falitte, ad ovest, e Serra di Montesardo, a est. Non mancano certo musica e divertimento, oltre a piatti tipici interamente preparati dalle migliori cuoche del paese. Antipasti, primi piatti, secondi di carne e di pesce, dolci verranno serviti a tutti, lungo le strade della cittadina. Gli Stand presenti alla sagra, da anni ormai vengono nominati con le parole chiave delle 10 P, e così si troverà il gustosissimo Stand “Parole” che offrirà primi piatti prelibati e  caratteristici del luogo, come la pasta con ricotta forte e i minchiareddhi al pomodoro; i primi piatti continuano nello Stand “Poco” per accontentare i palati più esigenti con le classiche Orecchiette alle cime di rapa e la tipica pasta con polpette. Passando ai secondi piatti di carne, lo stand “Pensate”, accompagnando il tutto con deliziose patatine fritte, offirà capicollo, salsiccia, wurstel, pezzetti di cavallo. Come si potrà non accompagnare questi piatti con delle pittule condite con pizzaiola, cavoli, peperoni e quant’altro, nello stand “Portano”.

I secondi di pesce sono allo stand “Pena” dove oltre alla classica inslata di mare, si potrà gustare il polipo con le patate, specialità caratteristica di barbarano. Naturalamente uno stand dedicato alla rosticceria classica, lo stand “Perciò”, accontenterà i più giovani con panzarotti di riso e di patate, cipolle al forno, pitta di patate, focaccia rustica, peperonata, e verdure grigliate. Per restare leggeri invece, pur senza rinunciare al gusto, lo stand “Prima” permetterà di gustare verdure tipiche salentine, come fave, piselli ben preparati, peperoni fritti, e le classiche cicorie a manescia, accompagnate dalle cicureddhe con carne di maiale. Frutta e dolci non mancheranno rispettivamente nello stand “Pensate” e nello stand “Poi”.

E poichè in estate la calura è sempre tanta, numerose bibite di tutti i tipi verranno offerte allo stand “Parlate”, e allo stand generico denominato “10 P”.

 

 

Festa dei Santi Pietro e Paolo: le tarantate

Galatina, il 28, 29 e 30 giugno festeggia i Santi Pietro e Paolo. Venerati da tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi, a Galatina pare siano considerati patroni e protettori dalla stragande maggioranza delle persone. La tradizione vuole che sia stato San Pietro a introdurre  a Galatina il cristianesimo, al ritorno da Antiochia, fatto che valse alla città la denominazione di San Pietro in Galatina fino all’Unità d’Italia. Esiste una di quelle “passioni” con le quali la devozione dei fedeli ha ricamato da sempre la storia, mescolandola con la leggenda, per cui il culto di San Pietro e Paolo è veramente sentito a Galatina, ed attrae ogni anno centinaia di turisti che accorrono per ammirare la festa che si organizza alla fine di Giugno a Galatina. Naturalmente, prolungando il soggiorno, non si potrà fare a meno di degustare gli ottimi menu curati con professionalità nei vari locali salentini, legati agli autentici sapori della cucina tradizionale. I piatti regionali preparati per soddisfare i desideri culinari anche dei turisti più esigenti, verranno accompagnati da ottimi vini locali, tipici del Salento. Numerosi hotel e B&B alla fine di giugno riservano posti per i religiosi e gli appassionati di cultura e tradizioni che qui giungono: strutture turistiche immerse in rigogliosi giardini, strutture con vista sullo slendido mare, strutture in posizione centralissima, strutture a due passi dai più bei negozi e locali della cittadina, strutture nei pressi della Chiesa Madre dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo.

E’ da qui che inizio la festa: da una maetosa chiesa risalente alla metà del XIV secolo, in stile tardo barocco e in pietra leccese. Di notevole interesse gli affreschi della volta con alcuni episodi della Vita di S. Pietro, del 1875, e gli splendidi altari in marmo policromo, ammirati da intenditori di ttutto il mondo. Di gran pregio è l’altare dell’antico cappellone del Sacramento, della seconda metà del ‘600, dove è deposta la statua dell’Immacolata, in marmo bianco. Pregevoli anche le tele situate nella chiesa e nella sacrestia, con la “Lavanda dei piedi” del 1756, e “Gesù che cammina sulle acque”; ma senz’ombra di dubbio la tela più ammirata resta quella dell’ “Apparizione di Cristo a San Pietro”: pensando agli eventi storici, dopo il triplice rinnegamento, la figura di Pietro riappare solo la mattina di Pasqua quando Pietro corse al sepolcro e fu tra i primi ai quali Gesù risorto apparve.

I punti di forza di questa splendida festa, riguardano soprattutto il settore economico, che si propone di consolidare il sistema delle imprese turistiche salentine, sia favorendo la “destagionalizzazione“ del settore sia di ampliarlo verso nuove nicchie. Il lastricato di pietra viva, e gli eleganti palazzi a Galatina, abbelliti da imponenti portali e balconi, saranno la nuova meta dei turisti di giugno, giunti in occasione della festa.

Ma la festa di Galatina, non è solo religione. In occasione dei festeggiamenti infatti si esorcizzerano le ”tarantate”, le donne morse dalla tarantola, che balleranno freneticamente al suono dei tamburelli, in un panorama unico (quello del Salento d’estate), in una scena ricca di atmosfera, con un accompagnamento musicale ed uno spettacolo di danza. Dopo aver goduto della bellezza del panorama e della magia del luogo, tra un bicchiere di vino e l’altro,  le tarantate si esibiscono in scena: è ciò che un tempo alle “vittime” del terribile morso della taranta, veniva concessa la grazia da “Santu Paulu de le Tarante” e venivano liberate dai terribili effetti di questo tremendo veleno. Era uso credere che il morso di uno di questi ragni poteva essere curato con il solo utilizzo di un esorcismo  musicale; i progressi in campo medico, e l’intervento della Chiesa, confinarono il fenomeno del tarantismo alla sola cappella di San Paolo, considerando l’esorcismo una banale forma rituale.

Galatina in questi giorni si vestirà a festa, e in centro ci sarà aria di festeggiamenti e di divertimento, con tanto di luminarie accese, negozi con vetrine a tema e bancarelle in diverse parti della città. Numerosi anche gli stand con prodotti enogastronomici, perchè Galatina a Giugno non è solo un momento di festa, di spensieratezza e partecipazione, ma è un evento che libera la parte più genuina ma anche la più legata alla tradizione di ogni popolo. L’esclusività a questa particolarissima tipologia di eventi, in cui la fede è legata alla tradizione popolare, è data proprio dallo stretto legame che la festa ha con il territorio e con la ricchezza che questi trasmette a chi il territorio lo vive quotidianamente.

 

Ponte di Pasqua alla scoperta delle leggende del Salento

Un insolito Ponte di Pasqua, ha come protagoniste le leggende che vivono nel Salento.Si tratta di una particolare proposta primaverile, dato che la Pasqua quest’anno cade il 31 Marzo, che accompagnerà i turisti alla scoperta del patrimonio autentico e impenetrabile del Salento attraverso dei veri e propri  percorsi narrativi, nei quali chiunque può viaggiare nel tempo e nella storia delle varie cittadine. Le leggende del Salento rappresentano il  cuore pulsante della Puglia, e viverle scoprendo i vari luoghi in cui sono ambientate, sarà un’esperienza unica ed inusuale, per rivivere le storie di luoghi e personaggi ormai dimenticati nel tempo.

A Calimera la vita quotidiana di oggi e di ieri è nascosta nel  vivissimo intrico di vicoli, sorprendente di profumi e colori: le botteghe storiche raccontano il loro passato attraverso l’antica storia del cibo, o dell’oggetto realizzato con cura che giunge fino a noi attraverso secolari tradizioni. A Calimera si potrà fare un viaggio sorprendente  che parte dal medioevo, per giungere a raffinati pasticceri che servirono casati nobiliari o all’eleganza barocca di una chiesetta, passando per enoteche con vini che hanno il sentore dei terreni salentini digradanti fino al mare. La leggenda della pietra della fertilità di Calimera, si basa sul fatto che proprio il giorno di Pasquetta gli abitanti di Calimera sono soliti fare una scampagnata nella campagna circostante la piccola chiesetta di San Vito, all’interno della quale affiora dal pavimento un singolare masso informe con una foro nel mezzo. La leggenda vuole che tutti riescano a passare attraverso il foro, indipendentemente dalle dimensioni. Presso le civiltà  il rito assumeva un significato propiziatorio, era solito compierlo chi intendeva assicurarsi buona salute.

Ai piedi della Torre dell’Alto, curiosità, sorprese, particolari insoliti si celano nella bellezza seducente e misteriosa di questa zona. Inoltrarsi in carruggi stretti e sinuosi, sbucare in piazze splendenti di marmi e affreschi pregiati, permetterà di scoprire un Salento inedito: sarà una passeggiata diversa, per scoprire il passato di un Salento vero e  intenso, mai immaginato, che racconta le sue storie più inaspettate, e piccole leggendeche formano la grande Storia del Salento, in un dedalo tortuoso di ombre e di luci. La leggenda della Rupe della Dannata qui presente, racconta che una fanciulla vissuta nel XVII secolo morì gettandosi nel vuoto da questa rupe per sfuggire allo “Jus primae noctis” imposto dal Guercio di Puglia.

La leggenda della Grotta della Poesia (da “posia”, sorgente d’acqua dolce) è costruita su un tema che ne rappresenta il  filo conduttore di una vacanza in Salento, ed è arricchito da curiosità, aneddoti, miti, leggende, personaggi minori, storie perse nel tempo che solitamente non vengono raccontate. Le numerosissime iscrizioni in greco, latino e messapico che coprono le pareti della grotta, son state quelle che han dato il via alle leggende. Per visitare i resti della grotta, una grande conca naturale senza più la volta e invasa dal mare, bisogna avvicinarsi ad Otranto, e attraversare la litoranea San Foca- Roca Vecchia. La Grotta della Poesia è collegata mediante un piccolo cunicolo sotterraneo a un’altra grotta detta “Poesia Piccola”. La leggenda narra che qui, una bellissima principessa fosse solita fare il bagno, e molti poeti la ragginsero per essere da lei ispirati nel comporre le più belle poesie.

Anche Martano ha le sue leggende: è una cittadina che cela i suoi segreti dietro le facciate, dietro l’apparente stranezza di curiosi nomi di vicoli e piazze.  Ci si ritroverà d’improvviso in una zona sconosciuta che, rivelerà la sua essenza più intima, narrando sottovoce i suoi segreti più nascosti e affascinanti, come la leggenda della Specchia dei Mori: la specchia dei mori è ubicata sulla provinciale che conduce a Martignano, e si presenta come un imponente ammasso di pietre. La leggenda vuole che i giganti Mori, avendo deciso di raggiungere il cielo, realizzassero questa specchia ammucchiando i massi più grandi che riuscirono a trovare nella campagna circostante. Quando gli Dei se ne accorsero li fecero sprofondare e da allora vivono sotto le macerie della specchia che loro stessi realizzarono.

Le bellissime falesie che si trovano sulla costa per raggiungere il Capo di Leuca, hanno dato origine a varie leggende; di emozione in emozione, si sarà condotti nel cuore più segreto del Salento, dove verranno rivelate storie e leggende, velate dalla patina arcana del tempo, ma ancora pulsanti di vita.  Leggende di un popolo affacciato sul mare, vite avventurose di grandi ammiragli, torri costiere, navi catturate dai pirati; storie di una zona antica ove ancora risuonano il sibilo della frusta e le urla delle streghe torturate. La leggenda della danza delle streghe narra che nelle notti di tempesta da queste grotte uscissero streghe agitando le fiaccole che tengono in mano, e chiunque osi avvicinarsi è inesorabilmente destinato a prendere parte alla danza delle streghe, ballando nell’uragano fino alla morte.