La festa a Salve: la manna di San Nicola

A Salve viene festeggiato varie volte durante l’anno: la quarta domenica di maggio, il 6 dicembre e la festa d’estate tra luglio ed agosto. Si tratta di San Nicola Magno, nella cittadina di Salve. Un tour suggestivo in piena primavera alla scoperta di paesaggi e tradizioni gelosamente custodite nel cuore del Salento, fa scoprire una cittadina ricca di cultura e di storia, a cominciare dalla costruzione delle grandi porte, sorvegliate da sentinelle, per difenderi sai Saraceni.
Superando queste porte, si entra nel centro di Salve, dagli scenari splendidi, località ricca di tradizioni per quanto riguarda il folklore, le sagre, le feste popolari, i sapori e le usanze di un tempo, i prodotti tipici.
La leggenda la vede nascere nel 267 a.C. grazie al centurione romano Salvio; in realtà dagli studi recenti hanno dimostrato che la nascita di Salve si fa risalire tra il 400 ed il 500 dopo Cristo.
In ordine di bellezze naturali Salve è uno dei più meravigliosi centri di tutto il Salento. Con i suoi svariati chilometri di marina, dalle insenature dall’arco perfetto, il suo mare cristallino e paesini adagiati pigramente lungo il litorale, è senz’altro uno spettacolo da non perdere, fin dalla primavera. Sulle rive si troveranno un susseguirsi di splendide spiagge, piccole insenature e ampie baie di sabbia bianca finissima fino ad arrivare alla città. Perfettamente inserita nel contesto nel quale si trova, Salve si presenta allegra, luminosa, solare e una  passeggiata  qui è da non lasciarsi sfuggire.

Gli itinerari primaverili conducono alla scoperta di tradizioni e piccoli tesori, che porteranno alla scoperta di una fede perduta forse in altri luoghi d’Italia: la Novena nella Chiesa Madre, il ricordo dei miracoli di San Nicola, la Manna che in fedeli ricevono sulla fronte al termine di ogni messa.
Alla fine, per questo aspetto della religiosità popolare, Nicola è diventato il santo per eccellenza. Le testimonianze sulla manna, e le leggende di questa particolarità del culto, sono notevolmente antiche e certamente molta dell’attrattiva della sua figura è legata a questo fenomeno.
Quando nel 1087, tre navi partirono alla volta di Antiochia con cereali e grano, si diressero a Mira per cercare il sepolcro di San Nicola. Trovatolo, prelevarono i sacri resti. Un’ampolla che conteneva della manna, il liquido che si formava nel sepolcro del santo, cadde per terra senza subire alcun danno. Questo fatto venne interpretato come un segno di approvazione del Santo verso ciò che i presenti facevano. Le reliquie di San Nicola furono traslate a Bari e la città è da allora meta di pellegrinaggi da parte dei fedeli.

Al di là della suggestiva processione che si svolge per le vie di Salve in maggio, la manna (detta “myron”), merita senza dubbio una riflessione: il liquido variamente designato, ma che in realtà è acqua pura, si forma nel sepolcro di S. Nicola, nonostante che questo sia sempre chiuso tra impermeabili blocchi di cemento.

Già nelle prime testimonianze di culto di San Nicola si parla delle sue virtù miracolose.  Il termine “manna”, è fuorviante, perchè non si tratta del cibo piovuto dal cielo per salvare dalla fame gli Israeliti o di una sostanza oleosa: la manna di San Nicola è acqua pura. Si racconta che subito dopo la sua morte, avesse preso a scaturire e che sino al XIII secolo, si pensò che trasudasse dal marmo, mentre in seguito prevalgono testi a favore delle ossa. Il primo a parlarne esplicitamente è il primo biografo del Santo di cui ci sia pervenuto il testo, cioè Michele Archimandrita nel 725; quanto all’occidente, c’è da dire che nelle testimonianze anteriori al X secolo non c’è traccia del fenomeno della manna: alcuni codici ne parlano, ma si tratta sempre di aggiunte posteriori.

A Salve si pensa che l’olio di San Nicola sia in grado di allontanare ogni malattia; tutte le religioni attraversano il tema della malattia ed elaborano valori, immagini, rituali di guarigione che costituiscono un patrimonio condiviso delle società e una risorsa individuale di fronte al dolore. Ma per San Nicola a Salve è diverso: San Nicola sovrintende al benessere della persona per antonomasia, e guarisce.
Su questo sfondo di devozione  non sorprende che a Salve,  il fatto che nelle narrazioni su San Nicola un posto particolare sia riservato proprio alla manna: si narra che nella chiesa di S. Nicola a Mira, l’ampolla della manna caduta a terra non si ruppe; si narra anche che aperta la tomba si videro le ossa del Santo immerse in quel santo liquido; si narra di un lebbroso guarito con l’unzione della manna.

La relazione antichissima tra religione e medicina, a Salve sembra rinviare ad un sapere delle origini in cui salute corporale e spirituale non erano concepiti come separati: con il XVII secolo si moltiplicano le testimonianze relative alla produzione delle ampolline della manna, per i pellegrini.

Il fenomeno della manna, dai Salvesi difficilmente può essere risolto in termini scientifici: nel mondo attuale, il giorno della festa di San Nicola a Salve convivono fianco a fianco il progresso scientifico, le credenze esoteriche e i fenomeni paranormali. Il fenomeno della manna, dopo varie prove scientifiche, sicuramente presenta aspetti di eccezionalità e straordinarietà, ed è destinato ad essere vissuto diversamente dai singoli fedeli.

Ponte del 1 Maggio a Posto Vecchio

La Marina di Posto Vecchio fa parte del comune di Salve, tra Pescoluse e Torre Vado: la spiaggia di sabbia finissima e dorata, di una bellezza unica è frequentatissima fin dall’inoltrata primavera. Il mare cristallino, insignito più volte della Bandiera Blu di Lega Ambiente, vede immersioni di sub alla scoperta degli splendidi fondali, fin da quando la stagione lo permette

Il ponte del Primo Maggio da trascorrere in una località affascinante come questa, sarà però interessante soprattutto per la scoperta di un turismo diverso dal solito sole e dal solito mare, magari alla scoperta di una storia di millenni e
per certi aspetti proprio l’inizio della storia nelle prime città salentine,
quando vasi e giare consentirono per la prima volta di accumulare prodotti alimentari e far fronte ai periodi di difficoltà. Numerose le testimonianze del passato e dell’antica civiltà dei Messapi in questa zona: il fascino di un passato lontanissimo si rinnova nei pressi di Posto Vecchio grazie alla disponibilità di argille pregiatissime. Un fascino che la tecnologia non ha intaccato perché qui si produce ancora in maniera artigianale, rispettando con pazienza i tempi di lavorazione che garantiscono qualità superiore e resistenza al gelo e agli agenti esterni.

Molte botteghe dell’artigianato si trovano a Posto Vecchio e dintorni, dove in passato i maestri artigiani insegnavano l’ arte del restauro, delle lacche e della decorazione su mobili, cornici, il barocco leccese. Le botteghe sono gestite da artigiani che decorano il legno nella stessa maniera dei maestri artigiani di un tempo e conservano gli antichi segreti e metodi di lavorazione, quali la preparazione di base con gesso ed uovo, le pitture con colle e terre naturali, le finiture di gommalacca e le patine a finire con cere naturali.
Interessantissimo sarà dedicare la Festa del Lavoro, ai maestri che del Lavoro hanno fatto un’arte, perchè a Posto Vecchio l’artigianto è rimasto nel tempo come un grande laboratorio con lo scopo di garantire sempre e comunque la produzione di oggetti unici ed originali.
Girando per i vari negozietti, si troveranno mobili ed accessori decorati con colori dalle tonalità ricche e brillanti, fatti del legno di quegli stessi olivi che punteggiano le campagne attorno a Posto Vecchio, impreziositi da dettagli in foglia d’oro e foglia d’argento e poi sapientemente anticati. Ogni artigiano vanta diversi anni di esperienza nella città in cui i canoni estetici sono stabiliti dalla bellezza barocca.

Inoltre, a Posto Vecchio, il ponte del Primo Maggio sarà perfetto per fare vacanza in agriturismo. Durante la meravigliosa primavera, periodo stupendo per effettuare delle passeggiate nelle bellissime campagne del Salento, sarà un’occasione unica per fare delle indimenticabili escursioni a cavallo o in montain bike. Il profumo dei fiori di Posto Vecchio è stupendo in questo periodo e passeggiare in un prato fiorito saràun’esperienza da fare e da far fare sopratutto ai propri bambini.
In più si possono assaggiare tutte le delizie che in questo periodo vengono prodotte in ogni agriturismo: zucchine, peperoni, pomodori, melenzane.   E poi le notti stellate non si godono appieno in città, ma nelle campagne di Posto Vecchio è tutta un’altra cosa: il cielo sembra essere vicinissimo e luminosissimo. Da non dimenticare le numerose sagre e gli eventi culturali e musicali che spesso allietano i paesi o le contrade dove sono ubicati gli agriturismi, durante il ponte del Primo Maggio, come la festa del “Primo Maggio Salentino” che si tiene a Sternatia in una serata all’insegna del divertimento con concerti e specialità gastronomiche.

Week end primaverili a Torre Vado

Che Torre Vado sia bellissima é certo, come non c’é dubbio chesi tratti del più incredibile puzzle di contrasti che possa accadere di vedere in Salento. Campagne e boschi di lecci, spiagge con dune sabbiose che appaiono tropicali, torrenti piccolissimi e pigri stagni, sabbia e roccia, angolini moderni e lontano casette arroccate dove il tempo sembra essersi fermato; e poi uliveti,orchidee, larici e fichi d’india. Basta lasciare la costa e fare pochi chilometri all’interno per trovarsi davantiun panorama completamente diverso.
Forse qui sta la ragione del grande fascino di Torre Vado .

Torre Vado ha un lungomare di circa un chilometro e che rappresenta il punto di riferimento per l’intera marina.  Luogo ideale per il jogging al mattino presto, di sera fin dalla primavera il lungomare si anima con le serate e le iniziative organizzate dalle varie associazioni e dal comune. Sono tanti i chilometri di costa, tutti diversi: spiagge infinite di sabbia, golfi profondissimi di roccia, cale, calette, il tutto con un mare da favola.

Ci sono sempre dei bei mercati in Salento, nei pressi di Torre Vado, che rifioriscono di colori e suoni all’inizio di ogni primavera:  mercati in città che affollano le vie del centro,  mercatini dell’antiquariato, mercatini con specialità dell’enogastronomia.   A Bagnolo del Salento e ad Otranto si tiene il Mercoledì, a Calimera e a Leverano il Giovedì, a Lecce il Lunedì e il venerdì, a Morciano di Leuca il Martedì, a Nardò il Venerdì, a Maglie il Sabato.

Durante i week end primaverili a Torre Vado,  nella vicina Tricase, per esempio vengono proposte anche pièces teatrali, messe in scena da piccole compagnie:  i cartelli pubblicitari sono sparsi un po’ dappertutto, per passare una serata interessante, senza spendere troppo.

Le piccole feste che si tengono a Torre Vado in primavera, e nelle contrade e nei comuni limitrofi, hanno solitamente luogo nelle piazzette e nelle vie principali. Le sagre primaverili saranno l’occasione giusta per gustare prodotti e specialità gastronomiche locali, a cominciare dalla Sagra della polpetta a Vernole, per continuare con la Festa patronale di S.Quintino ad Alliste, e la Festa patronale di San Nicola a Specchia.

Scoprire Torre Vado e dintorni a cavallo significa affidarsi ai sensi per vivere in pieno la percezione di un paesaggio in movimento integrandosi perfettamente in un ambiente puro e incontaminato.
Dalla semplice escursione al vero e proprio viaggio, questo angolo di Salento autentico offre a cavalli e cavalieri la possibilità di stare bene lontani dalle logiche del turismo inteso come bene di consumo, e ciò sarà vero soprattutto in primavera.
I percorsi attraversano le campagne di Torre Vado e costituiscono veri e propri viaggi immersi nella natura di uno dei paesaggi più belli della Puglia.  Numerosi punti offrono strutture che assicurano l’appoggio logistico a chi si sposta lungo percorsi itineranti a tappe e ai viaggiatori più stanziali che scelgono di effettuare percorsi giornalieri partendo da una base fissa.
Servizi fondamentali sono costituiti dalla possibilità di alloggio per cavalli e cavalieri, noleggio dei cavalli, corsi per diverse discipline ed escursioni guidate.

Durante un week end a Torre Vado in primavera, sarà possibile un rilassante viaggio attraverso la campagna a sud del Salento. Sarà bellissimo partire il sabato mattina  per attraversare durante la giornata gli oliveti secolari, le antiche vie della transumanza, le strade messapiche, le specchie, i dolmen e i menhir che caratterizzano il territorio, la ricchezza delle testimonianze degli antichi popoli che abitavano questi luoghi.
Per tutti coloro che fossero interessati a trascorrere una giornata esplorando la magnifica campagna salentina in tutta la sua bellezza e tranquillità, è d’obbligo fare un viaggio di questo tipo, in una avventura che riporterà ai vecchi tempi, con i suoi percorsi nelle campagne del Salento: verso la vicina Salve si possono trovare i resti della tomba megalitica in località Montani, o il più conosciuto e noto Dolmen Argentina, un antico edificio funerario costituito da grandi lastroni di roccia attraverso i quali si accede ad una cavità ipogea, oppure il suggestivo menhir incastonato tra le mura della Chiesa della Madonna di Costantinopoli.

Gli amanti del cicloturismo trovano a Torre Vado una gran varietà di percorsi, molto tranquilli in primavera, e la possibilità di vivere una piacevole vacanza o un vero e proprio viaggio in bicicletta.
I ciclisti sono i benvenuti in Salento: oltre a magnifiche strade, possono trovare un’accoglienza che tiene conto delle esigenze di chi fa turismo a pedali.
Nelle campagne e nelle strade nei dintorni di Torre Vado, ruote e pedali inseguono tracce che appaiono e scompaiono nella dimensione di un paesaggio dove anche una pedalata ha la leggerezza della mano di un artista.
Le stagioni trasformano il paesaggio a Torre Vado e dal colore argenteo dell’inverno, in questo periodo primaverile diventa brillante e vitale, quasi abbagliante. Spazio e tempo si dilatano e viaggiare su queste strade di Torre Vado significa scoprire le origini del movimento. La bicicletta è uno strumento adatto per riappropriarsi dei ritmi perduti; se poi si ha la fortuna di pedalare da queste parti, curve, discese, oliveti sconfinati e valli hanno il senso di una intensa e lenta degustazione.
Questa è la terra di tutti i ciclisti, dai bambini che viaggiano sul seggiolino, ai cicloturisti che pedalano per scoprire il mondo, da avventurosi bikers in cerca di strade tortuose ai ciclisti amanti dell’elegante bici da strada.

 

Festa patronale di S.Giorgio

A Matino la Chiesa Matrice di San Giorgio  è forse la più bella, sicuramente la più frequentata. Altre bellissime costruzioni sacre si ergono nella cittadina, come la Chiesa del Crocefisso, la Chiesa del Carmine e il Santuario dell’Addolorata, ma la Chiesa matrice della metà del XVIII secolo, dedicata a San Giorgio è la più famosa.  A dispetto della semplice facciata divisa in tre ordini, l’interno, con pianta a croce latina appare estremamente ricco grazie agli otto altari laterali nel braccio principale, e altri due nel transetto. Di particolare pregio artistico è la statua lignea di San Giorgio ai cui fianchi sono accese due lampade votive in argento. E’ qui che i credenti si raccolgono in preghiera, e colgono diversi aspetti di un fenomeno affascinante e complesso, che tocca stili di vita, modi di pensare, assetti affettivi ed emotivi, pratiche quali la preghiera e la meditazione, la frequentazione regolare di funzioni e celebrazioni religiose, l’abitudine a effettuare esercizi spirituali. Coloro che credono in San Giorgio, in Salento, sono molto numerosi, e la festa del 27 febbraio richiama sempre tante persone.

La festa viene ripetuta anche nel mese di giugno, quando si organizza anche una eccezionale Fiera Mercato con oltre 200 espositori di attrezzature agricole e bestiame, e gli sbandieratori sfilano per le vie del centro storico.   La leggenda di San Giorgio, si mescola con la sua vita, e ha origini antiche, nell’epoca delle Crociate, quando si abbellisce dell’episodio del drago e della Fanciulla. La verità storica dice che Giorgio nacque in Palestina intorno al 280 d. C. e fin da giovane aveva appreso l’arte militare …….. La leggenda fiabesca del drago, che viveva in un lago e si nutriva di pecore, vede San Giorgio come protagonista allorchè al drago doveva essere sacrificata la figlia del re; il popolo minacciò d’incendiare il castello, e il vide la figlia portata sulla sponda del lago; passò San Giorgio che domandò alla ragazza il motivo del suo dolore e restò accanto a lei. Giorgio si affidò a Dio e si avventò sul drago e lo ferì profondamente con la sua lancia, portandolo poi in città. Il re voleva donare al salvatore immensi tesori, ma Giorgio distribuì tutto ai poveri.  Le rappresentazioni di San Giorgio sono sempre legate al valore militare; o in sella a un cavallo, o armato con lancia con cui ha ucciso il drago, o come portabandiera. Il Santo oltre che guerriero fu anche agricoltore (il nome georgous in greco antico significa appunto contadino).Il culto di San Giorgio tra il IV e il V secolo si diffuse in Oriente, e successivamente nella Georgia e nell’Inghilterra, nazioni da Lui protette. La sua venerazione fu particolarmente viva in Inghilterra, poi giunse in Italia.

In occasione della Festa Patronale, a Matino si organizza una spettacolare processione, alla quale prendono parte numerose persone, oltrechè le autorità civili e religiose. Durante la processione “Intorciata” avviene la consegna delle chiavi della Città da parte del Sindaco al Santo Patrono, sul sagrato della Chiesa. Coloro che credono nei miracoli di San Giorgio,  hanno un maggiore sentimento di fiducia nel poter ricevere aiuto.  Ilnon poter uscire da una certa situazione viene mitigata, nei credenti in San Giorgio, dal messaggio che si può fidarsi e che quando si è in difficoltà si può chiedere aiuto al Santo, con la preghiera. Tutto questo viene palesemente mostrato durante la festa patronale di San Giorgio, in un contesto di alta suggestione.

Dalla Rubrica Eventi in Puglia di Puglia.info

Uliveti secolari

A pochi chilometri dalle coste salentine, nella splendida cornice delle campagne che circondano Torre Vado e che racchiudono le bellissime spiaggie di sabbia bianca e diverse calette di scogli, il paesaggio è molto suggestivo.
Gli sconfinati oliveti, la posizione incantevole,la vista panoramica, la rigogliosa vegetazione che la caratterizza e la vicinanza di numerose cittadine a carattere turistico, sono complici nel richiamare sempre turisti da ogni parte d’italia.

L’ulivo appartiene alla famiglia delle Oleaceae ed è una pianta molto longeva: in condizioni climatiche favorevoli un ulivo può vivere più di mille anni. Sarà bellissimo ammirare un tronco di olivo: appare grigio-verde e liscio fino a che la pianta è giovane, poi diventa nodoso, scabro con solchi profondi e contorto ed assume colore scuro, quasi nero, e diventa sempre più maestoso.
È una pianta sempreverde, la cui attività è pressoché continua.
In febbraio gli oliveti di Torre Vado appaiono come un continuo spettacolo: avviene la differenziazione a fiore in seguito ad un’intensa attività dapprima con l’accrescimento dei germogli, poi anche con l’emissione delle mignole, fase che si protrae secondo le zone fino ad aprile. La mignolatura avrà il culmine in piena primavera, quando gli oliveti in fiore saranno lo spettacolo più bello del Salento.
A Marzo nuova vegetazione di colore chiaro riempirà gli alberi per trasmettere un deciso senso di meraviglia e pace.

La Regione Puglia ha qualitativamente rafforzato, negli ultimi anni, la propria attenzione agli oliveti per il grande valore che questi rappresentano sia dal punto di vista economico che sotto l’aspetto ambientale, culturale, storico e sociale dell’intera regione.
Le varietà di cultivar sono oltre 470 solo in Italia, e migliaia nel Mediterraneo: un numero così elevato è dovuto a modificazioni del genotipo (a causa di mutazioni gemmarie fissate per via vegetativa o per incrocio spontaneo) o per fluttuazione dei caratteri a seguito di condizioni ambientali.

Trascorrere un giorno nella Murgia meridionale, quando la primavera è ormai alle porte, passeggiando magari in bicicletta, è un’occasione per conoscere un paesaggio suggestivo tra trulli e campi coltivati, ricco di contrasti cromatici, con la terra rossa, la pietra grigia e gli ulivi secolari che si incontrano sul promontorio delle Murge. Per esempio alla Contrada San Marco, si può scoprire uno dei percorsi dell’Acquedotto ancora oggi praticabili in bicicletta, in un percorso adatto anche allae famiglie.  Lungo le strade sarà possibile ammirare maestose piante di olivo secolare, conoscerne le caratteristiche botaniche ed agronomiche conoscere come questa pianta regali incondizionatamente i suoi frutti per centinaia di anni.

Nell’entroterra della zona di Torre Vado, numerosi sono gli agriturismi ricavati da un antico casolare, e tutti recentemente restaurati: da qualche anno aprono le porte ai turisti fin dalla fine dell’inverno, che in queste zone non è mai troppo lungo né mai troppo freddo. Sono spesso inseriti in un podere contadino tra lavande, rosmarini ed ulivi secolari. Spesso un uliveto si estende su numerosi ettari a perdita d’occhio,   e queste bellezze uniche si possono ammirare in ogni angolo, perchè dominano sull’intera vallata regalando un panorama indimenticabile e da li si può ammirare l’incantevole spettacolo delle nuove e tenere foglioline di inizio marzo.

La vacanza meglio gestita in alcuni periodi dell’anno è senza dubbio quella che unisce la bellezza del luogo che si sta vicinando, a un costo basso o quasi nullo. Da qualche anno infatti in Salento è possibile trovare lavoro nel settore agricolo effettuando la raccolta delle olive. Questo tipo di lavoro prevede diversi tipi di attività: la raccolta, la cernita e l’immagazzinamento delle olive presso le imprese agroalimentari, alla fine dell’inverno. 
Il fabbisogno di manodopera delle aziende agricole in Salento è molto variabile in quanto dipende strettamente dalla produzione, dalle condizioni climatiche e da altri fattori; di conseguenza non è possibile fornire un elenco delle aziende a cui rivolgersi. La raccolta delle olive viene effettuata a partire da novembre-dicembre, fino al febbraio successivo, lasciando dunque un’ampia libertà di scelta al turista che decide di trascorrere una vacanza diversa. La vicinanza ai maggiori centri urbani, consentirà inoltre di visitare ed apprezzare le meraviglie di una storica regione che conserva ancora testimonianze del passato.

Oggi si parla moltissimo di trapianto degli olivi: vengono sradicati e in seguito si ha la collocazione a dimora di questi alberi ornamentali, in accordo con l’arredamento giardino che ognuno desidera. Ma lo sradicamento di olivi secolari per scopi ornamentali, a causa della scarsa convenienza economica al loro allevamento, sicuramente crea un danno notevole alla biodiversità, e limita la
conoscenza del valore ambientale e culturale degli oliveti secolari del Salento.

I vini salentini da gustare a Torre Pali

Percorrere un Salento in gran parte fuori dalle rotte del turismo di massa, senza tuttavia rinunciare ai luoghi “classici”, permette di scoprire luoghi e temi davvero inediti. Per conoscere un luogo non legato soltanto alla stagionalità ovvia e mondana, ma piuttosto alla sua anima più vera quella del vino, sarà perfetto un viaggio alla fine dell’inverno, quando il clima non è più rigido, ma è ancora abbastanza freschetto da godere di questo tipo di tour.

Numerosissime enoteche wine bar con antiche cantine, dove è possibile bere al bicchiere e comprare una selezione autentica di etichette di vino salentino, sono presenti a Torre Pali e dintorni. Una sosta per pranzo, per cena o per spezzare la giornata permetterà di degustare i prodotti tipici locali e della puglia, accompagnati magari da un gustoso rosso, come l’Aleatico, la Malvasia Nera, il Montepulciano,il Negroamaro Primitivo, o un Sangiovese.

Alla fine dell’inverno, scrivere di ospitalità salentina oggi è insieme doveroso e difficile.
La parola stessa, che affonda le radici nell’antichità più remota della Puglia,
impegna chi la usa a inoltrarsi su un terreno reso sconnesso, in questi anni, dal turismo di massa della bella stagione.
Ma proprio per questo la sfida va raccolta e tra febbraio e inizio marzo il Salento regalerà quanto di meglio ha da offrire, culinariamente parlando.

I locali che offrono vino a Torre Pali, sono dedicati a chi ama assaporare la vita con proverbiale lentezza ed autentica passione. Ricercare vini, cose e mangiari che rispettano la tradizione e la qualità, non è affar semplice, eppure in Salento non sarà difficile.
L’amore per la propria terra dove i salentini hanno le loro radici e dove vivono, li porta non a classificare il vino secondo parametri quantitativi, ma a descriverlo per le sue diverse caratteristiche.
In altri termini, il desiderio delle varie enoteche è quello di riuscire a comunicare le emozioni che un vino suscita, più che darne una valutazione in centesimi.
E così le schede di valutazione dei vari vini, metteranno ampiamente in evidenza le differenze qualitative tra i diversi vini esaminati, e diventeranno per il gestore uno strumento di comunicazione delle sensazioni, più efficace di un punteggio o di un simbolo.

Febbraio è il mese ideale per andare alla scoperta di tutti quei locali che evocano lo spirito dell’osteria tra tromboni, fiaschi e curiosità. Molteplici le enoteche con mescita dove si continua a mangiare veri cardini della tradizione salentina, accompagnati da un Bombino Bianco,  o uno Chardonnay.
Le cantine poi, ospitano una selezione di vini salentini di oltre duecento etichette
tra cui il Fiano, la Malvasia Bianca, il Moscato, il Sauvignon, la Verdeca.
La musica in questi locali c’è sempre, spesso caratterizzata dal mescolare gli stili, perchè ogni epoca ha le sue note senza tempo; la musica cambia: musica da caffè per svegliarsi, musica da abbinare alle proposte gastronomiche per pranzo e per cena, musica per i ritmi della sera, che per le fredde serate della stagione, verrà suonata dal vivo e in interni.

L’inizio di Marzo sarà perfetto invece per “gustare” musica all’aperto, tra un sorso di vino e l’altro. Tra l’altro, con le numerose masserie adibite ad agriturismi, e con la possibilità di pernottamento nei dintorni di Torre Pali, sarà possibile fare un week-end davvero indimenticabile: qui oliveti e vigneti di proprietà permettono produzioni eccellenti. A Torre Pali infatti si crede che il vino non sia una bevanda come tante altre: in un’epoca in cui prevale la tendenza ossessiva ad uniformare ed ordinare qualsiasi cosa in rassicuranti gerarchie, il vino appare invece sfuggire a questa possibilità.

Il vino è mutevole, in trasformazione nel tempo e nel luogo. Ogni appassionato ha provato l’esperienza di assaggiare due bottiglie diverse di uno stesso grande vino; e non è tanto importante stabilire con certezza in cosa consistesse questa diversità – il luogo, il tempo, la temperatura, il contesto stesso dell’assaggio. Ciò che conta è il fatto che le sensazioni che offre una grande bottiglia sono spesso irripetibili, ed in questo, forse, risiede parte del piacere del vino.